Gli interventi previsti dal progetto saranno:
- Controllo del Carpobrotus: si concentrerà in un paio di aree a sud, a Capel Rosso, a in un’altra sulla costa nord dell’Isola. Gli interventi seguiranno le linee definite in un progetto esecutivo, con l’utilizzo di tecniche di rimozione manuale e di pacciamatura, che escludono trattamenti chimici.
- Eradicazione del muflone: eliminare l’impatto di questa specie negli habitat e nell’intero ecosistema dell’isola e prevenire un aumento dell’impatto stesso dovuto a il graduale aumento della popolazione. Il nucleo è costituito da qualche decina di esemplari alcuni dei quali saranno catturati, contrassegnati con radiocollari e successivamente rilasciati per facilitare l’individuazione degli altri animali; l’attività è complessa soprattutto alla fine quando si tratterà di individuare e prelevare gli ultimi esemplari rimasti.
- Controllo del coniglio selvatico: l’obiettivo è quello di ridurre l’impatto del coniglio in ambienti aperti, compresi alcuni habitat utilizzati dalle specie di uccelli migratori e nidificanti. I proprietari e gli affittuari dei terreni agricoli saranno coinvolti e addestrati a catturare gli animali con trappole e sviluppare un programma per la successiva gestione dei conigli selvatici su tutta l’Isola del Giglio.
- Ripristino delle foreste artificiali di pino d’Aleppo: successivamente alla definizione del progetto esecutivo, con l’individuazione delle aree e il tipo di intervento, saranno avviati attività di diradamento su circa 4 ettari di foreste e a pino di Aleppo e a pino domestico, per accelerare il processo di evoluzione naturale e la crescita spontanea dell’arbusto e leccio. Negli anni successivi, si prevede la seminazione/piantagione di specie autoctone (leccio e altre specie).
- Eradicazione di Trachemys scripta: l’attività comporta la rimozione manuale di tutti gli individui recuperati e la scrupolosa ricerca di altri individui eventualmente presenti nel Fosso della Monaca, adiacente al piccolo stagno oggetto di intervento.
- Realizzazione dei 4 stagni artificiali: durante le ricognizioni preliminari verranno individuate le aree idonee per l’intervento che verrà realizzato con materiali recuperati in loco. La creazione di questi piccoli invasi (presumibilmente tra il 10 e di 20 mq) sarà in adiacenza a corsi d’acqua in modo che il rifornimento di acqua sia garantito in modo naturale.