Cosa sono e perché sono dannose
Una specie aliena è una specie introdotta dall’uomo (accidentalmente o intenzionalmente) in un luogo al di fuori della sua area di origine. Spesso queste specie vengono trasportate addirittura in un altro continente.
Essendo fuori dal loro habitat naturale, molte di queste specie non riescono a riprodursi con successo e scompaiono. Alcune di esse però riescono a insediarsi con successo nella nuova area, diventando specie aliene invasive. Esse costituiscono un grave pericolo per la biodiversità, perché alterano e distruggono gli equilibri ecologici e possono portare all’estinzione di specie animali o vegetali presenti naturalmente in quella zona.
La diffusione delle specie esotiche invasive rappresenta la seconda causa di diminuzione della diversità biologica a livello mondiale, dopo la distruzione degli habitat.
Le invasioni di specie aliene sono il risultato di un insieme molto complesso di processi, molti dei quali hanno motivazioni economiche: ne sono esempio l’uso di specie esotiche in attività produttive o commerciali, l’espansione del commercio di beni e servizi e l’aumento della mobilità delle persone.
Come interveniamo
Molto spesso le specie aliene invasive, provenendo da zone lontane, non hanno predatori o minacce nell’area geografica in cui si insediano. Eliminarle diventa quindi molto difficile, dobbiamo intervenire attivamente e spesso l’unica soluzione è l’eradicazione o il contenimento.
Nel sito dell’Isola del Giglio si ha la necessità di eradicare o contenere degli animali invasivi che hanno un forte impatto su alcuni degli habitat più importanti:
Flora
Carpobrotus: si tratta di un genere di piante che vengono piantate per la loro bella fioritura e la capacità di compattare la sabbia. Queste piante però sono tra le specie esotiche invasive maggiormente diffuse e pericolose in ambito Mediterraneo per l’integrità degli habitat costieri sia sulla roccia sia sulla sabbia. Si tratta di piante che producono moltissimi semi che vanno a sostituire in breve tempo le piante spontanee dell’area.
Fauna
Trachemys scripta: è una specie di tartaruga originaria del Nord America, considerata una delle più pericolose specie esotiche invasive presenti in Europa. Le sue caratteristiche la rendono un predatore di girini e larve di insetti acquatici e quindi rappresenta una reale minaccia soprattutto per il Discoglossus sardusolto. Questa tartaruga è molto diffusa nelle case, si acquista per i bambini alle fiere quando pare un piccolo animaletto verde e innocuo… Ma quando cresce diventa marrone, meno gradevole all’aspetto e vorace, nonché molto resistente. Succede spesso che le persone se ne disfino abbandonandola in fossi e corsi d’acqua. Questo comportamento provoca danni incalcolabili l’ecosistema.
Il Muflone (Ovis aries): questo animale è stato introdotto sull’isola tra gli anni ‘60 – ‘70 utilizzando capi provenienti dalla Sardegna a scopi venatori. Esso colpisce l’habitat del bosco di lecci, riducendo la ricrescita del leccio e di altre specie arbustive in modo considerevole, limitando drasticamente la crescita di alberi e arbusti.
Il coniglio selvatico (Oryctolagus cunicolo): è presente sull’Isola del Giglio da diversi decenni. È inserito nella lista delle 100 specie aliene più dannose al mondo. Il coniglio selvatico vive in gruppo e costruisce delle tane per ripararsi dai predatori ed è prevalentemente notturno. È un animale erbivoro e molto vorace, per questo motivo spazza via velocemente molte specie prative e altri animali che competono per la stessa risorsa. Inoltre, avendo l’abitudine di scavare cunicoli, rende il terreno, non più trattenuto dalle radici delle piante, molto più cedevole.