Carpobritus

Sono in corso le azioni preparatorie per rinaturalizzare gli habitat costieri

Sull’isola del Giglio, esistono due specie del genere Carpobrotus: il Carpobrotus edulis caratterizzato da fiori gialli, 80-100 mm di diametro, che talvolta diventano rosa nel corso della maturazione e da foglie a sezione trasversale triangolare, e il Carpobrotus acinaciformis che rispetto al precedente è più robusto, con fiori che raggiungono i 120 mm di diametro, di colore rosso-carminio, lucenti e le cui foglie, se viste dall’alto, sono più larghe all’apice che alla base. Sono comunemente noti come “fico degli Ottentotti” poichè la pianta era utilizzata a scopo alimentare – i frutti sono edibili – dal popolo Khoi del Botswana, chiamati anche ‘Ottentotti’.

La specie è originaria dal Sudafrica ed è stata introdotta in Europa come pianta ornamentale. Si è adattata benissimo all’ambiente mediterraneo tanto che adesso è diventata spontanea in quasi tutti i litorali italiani. Resiste molto bene sia alla siccità che alla salinità propagandosi velocemente.

Nonostante i bellissimi fiori, il fico degli Ottentotti è, però, molto dannoso per gli ecosistemi dove cresce poiché forma tappetti e soffoca la flora autoctona: sottraendo ad essa acqua, nutrienti e spazi.

Questa pianta ha la tendenza a diffondersi in modo incontrollato negli ambienti naturali sostituendo le specie autoctone: sono infatti in grado di svilupparsi su ampie superfici ricoprendo talvolta interi tratti di costa e spiaggia; proprio in queste aree è facile reperire importanti specie endemiche la cui crescita ed espansione è perciò a rischio. Il Carpobrotus, inoltre, danneggia le altre specie anche attraverso la modifica del pH del suolo facendolo diventare inidoneo al loro sviluppo.

Si riproduce velocemente sia per via vegetativa ovvero per frammentazione delle foglie (ecco perché è molto importante far attenzione ai residui delle potature che devono essere eliminati adeguatamente) sia per dispersione dei semi: alcuni uccelli e mammiferi, si cibano dei frutti garantendo alla specie il trasporto dei semi anche lontano dal sito originario.

In una prima fase sono stati effettuati tutti i sopralluoghi necessari per la mappatura completa e dettagliata del Carpobrotus. Al momento è in corso la progettazione per individuare le singole aree su cui intervenire e per definire nel dettaglio gli interventi di rinaturalizzazione mediante la rimozione del Carpobrotus. Le zone scelte ospitano alcuni tipi di vegetazione nativa quali l’habitat n. 1240 – scogliere con vegetazione delle coste mediterranee (Fig.1) dove crescono alcune di queste specie Crithmum maritimum, il Limonium sommieranium, Allium commutatum, Helichrysum litoreum, Catapodium Marinum. E’ presente inoltre l’habitat n 1430 – Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano- Salsoletea) (Fig.2), caratterizzato dall’Artemisia Arborescens, l’ habitat n. 5320 –formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere (Fig.3) con Helichrysum litoreum.

L’obbiettivo degli interventi, programmati nel 2021, sarà contenere in modo incisivo la diffusione del Carpobrotus in tutte le aree a maggior naturalità, per un totale di circa 25.000 mq. L’intervento sarà effettuato con una integrazione tra asportazione manuale e pacciamatura con teli a seconda delle aree di intervento senza usare alcun trattamento chimico. Si auspica che la rimozione del fico degli ottentotti consentirà a molte delle specie native di ri-colonizzare le superfici trattate.

Fig.1 habitat n. 1240 -Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium sommieranium endemici
Fig.2 habitat n. 1430- Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano- Salsoletea)
Fig.3 habitat n.5320 – Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere